Scuola e apprendistato: cosa cambia dal 2014

Attualità

Gli studenti del quarto e del quinto anno delle scuole secondarie di secondo grado possono alternare gli studi con la formazione e il lavoro in azienda. Il provvedimento del Miur mira a ridurre la disoccupazione giovanile in Italia.


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L'anno scolastico è iniziato, con alcune novità fra cui la sperimentazione dell'apprendistato per gli studenti del quarto e quinto anno delle scuole secondarie di secondo grado. I Ministeri del Lavoro e dell'Istruzione, Università e Ricerca in una nota congiunta definiscono il passo "un'innovazione assoluta per la scuola italiana che offre una risposta concreta ai dati allarmanti diffusi recentemente dall'Istat sulla disoccupazione giovanile". L'obiettivo del provvedimento è, infatti, quello di offrire agli studenti del quarto e quinto anno delle scuole secondarie di secondo grado percorsi di apprendimento integrati con il tessuto economico del proprio territorio e in linea con le esigenze delle imprese.

Gli studenti hanno, in pratica, l'opportunità di inserirsi in un contesto aziendale già prima della conclusione del loro percorso scolastico e del diploma, alternando la frequenza scolastica con la formazione e il lavoro in azienda. «L'apprendistato a scuola consentirà ai nostri giovani di affrontare con le giuste competenze e a testa alta un mercato del lavoro sempre più competitivo e alla ricerca di profili specializzati» afferma con soddisfazione i un comunicato stampa la titolare del Miur, Stefania Giannini. Il decreto interministeriale dei ministeri dell'Istruzione, Università e Ricerca, del Lavoro e dell'Economia, definisce il programma sperimentale ed è stato firmato da tutti i ministri coinvolti.  

Un ruolo fondamentale dovrà essere svolto ovviamente dalle imprese, ma anche per le scuole si rende necessario uno sforzo, sia per orientare gli studenti verso le diverse opportunità professionali, sia per prepararli adeguatamente a questa esperienza di apprendimento on the job.

Come si potrà attivare questa nuova opportunità?

Prima di arrivare alla Convenzione con la singola scuola, l'azienda interessata dovrà sottoscrivere un Protocollo d'intesa con il Miur e il Mips (o gli uffici periferici dei Ministeri) e le Regioni interessate per specificare:
- gli indirizzi di studio coinvolti;
- i criteri per individuare scuole e studenti, le modalità per assicurare ai giovani l'eventuale rientro nei percorsi ordinari;
- il numero minimo di ore da svolgere sul posto di lavoro;
- i criteri per monitorare e valutare la sperimentazione.

L'impresa dovrà, ovviamente, dimostrare di avere le carte in regola per la formazione degli apprendisti anche minorenni, di rispettare le norme sulla sicurezza, di avere capacità occupazionali coerenti con le norme sull'apprendistato.

Ogni studente-apprendista sarà accompagnato da un "piano formativo personalizzato", che esplicita il percorso di studio e di lavoro, e da un sistema tutoriale che vedrà congiuntamente impegnati il tutor aziendale, designato dall'impresa, e il tutor scolastico, individuato tra gli insegnanti del Consiglio di classe in possesso di competenze adeguate. Per agevolare il loro compito sono previste specifiche attività formative, anche congiunte, a carico dell'impresa. Notevoli gli spazi di flessibilità a disposizione delle scuole: per l'interazione tra apprendimento in aula ed esperienza di lavoro si potrà utilizzare fino al 35% dell'orario annuale delle lezioni.