Da poco sta prendendo piede anche in Italia e rappresenta una nuova opportunità di autoimpiego. Stiamo parlando del nido domiciliare, un servizio alternativo agli asili nido pubblici e privati, nato per rispondere alle moderne esigenze delle famiglie. Vediamo insieme di capire di cosa si tratta e qual è la formazione più adeguata per intraprendere questo tipo di percorso professionale.
Cos'è il nido in famiglia?
Il nido in famiglia, o nido domiciliare, è un asilo gestito da mamme (o terzi) in grado di accudire, educare e prestare le cure familiari adeguate a un certo numero di bambini (in genere non più di 6 il numero varia in base alla Regione) in una fascia di età compresa fra i 3 mesi e i 3 anni. Si tratta, quindi, di una possibile soluzione per i genitori e le famiglie che non possono accudire i loro figli durante la giornata, a causa di impegni lavorativi o di altro genere. Il servizio, piuttosto conosciuto nell'Italia settentrionale, nasce nell'Europa del Nord, dove è chiamato "Tagesmutter" ossia mamme di giorno.
Diventare mamme-educatrici: il percorso formativo
Per svolgere correttamente il ruolo di mamma-educatrice, occorre una preparazione adeguata. Per questo motivo, è obbligatorio frequentare un corso di formazione professionale della durata di almeno 250 ore, utile ad acquisire le competenze necessarie per prendersi cura dei bambini. I corsi, sempre comprensivi di un tirocinio pratico sono utili generalmente per:
- imparare a gestire i rapporti con le famiglie;
- progettare le attività per bambini, come laboratori manuali, musicali ecc;
- apprendere le nozioni di base sui principi di una corretta alimentazione e le tecniche di primo soccorso.
Uno spazio a misura di bambino
Il locale destinato al nido famiglia deve essere l'abitazione di residenza ovvero un appartamento – o altro spazio con requisiti della civile abitazione – in uso (comodato, affitto o proprietà). Lo stesso immobile deve essere dotato di spazi appositi per le varie esigenze dei bambini. Occorrono, quindi, spazi dedicati al gioco, al pranzo e al riposo.
Adempimenti burocratici
Per avviare l'attività di nido domiciliare è necessario:
- aprire partita IVA ATECO 89.91.00 (servizi di asilo nido e assistenza diurna per minori disabili);
- iscriversi alla gestione previdenziale come prestatori di servizi inquadrati nella gestione commercianti;
- prima dell'inizio dell'attività, inviare una segnalazione certificata di inizio attività (ossia SCIA) per segnalare direttamente all'ente la nuova attività costituita;
- stipulare una Polizza per Responsabilità Civile Professionale;
- sottoporsi all'eventuale controllo ASL di competenza disposto da alcuni Comuni per verificare lo stato dell'abitazione e le sue condizioni igienico sanitarie.
A chi conviene
La mamma-educatrice che decide di aprire un nido domiciliare ha dalla sua diversi vantaggi, primo fra tutti quello di produrre reddito rimanendo all'interno della propria abitazione e accudendo (se necessario) anche i propri figli.
Per quanto riguarda, dall'altro lato, i genitori che devono lasciare i figli, la formula del "nido in casa" assicura, rispetto ai servizi tradizionali, un ambiente più familiare e una maggiore flessibilità negli orari e nel rispetto delle esigenze di ogni singola famiglia.