Cinque anni dopo aver intrapreso una carriera internazionale raccontaci i segreti di un percorso lavorativo così brillante, alla tua giovane età.
In verità non ho alcun segreto particolare. Ho semplicemente tanta passione per quel che faccio. L'informatica è un settore spettacolare e navigarci dentro trasmette una carica di adrenalina continua. Sviluppare un'idea, trasformala in una piattaforma che possa migliorare ed ottimizzare le nostre vite è un processo che mi diverte tantissimo. E' una ricerca continua verso l'innovazione e verso la risoluzione di problemi comuni. Del resto, la tecnologia nasce proprio per questo motivo.
Nel tuo sito personale alessionobile.it racconti il fallimento come una grande opportunità per crescere. I giovani di oggi si trovano spesso a dover affrontare dei "No". Quali consigli ti senti di dare loro?
Ci sono "No" e "No". Credo ci sia tanta differenza tra un No, inteso come limitazione; oppure un No inteso come critica ed invito a trovare soluzioni alternative. In Italia molte delle volte ci si trova davanti al primo caso. Quasi sempre per limiti di pensiero. E' una caratteristica molto comune nel modo di fare latino, quella di dire No in senso distruttivo/limitativo, specialmente di fronte a conversazioni o situazioni fuori dalla propria comfort-zone o aree di conoscenza. Tuttavia, credo bisogna perseverare; che sia un No distruttivo o costruttivo. Perseverare non significa necessariamente convincersi che quello che si voglia fare o dire sia sempre giusto, può e deve essere un invito ad effettuare ricerche ulteriori al fine di raggiungere una cognizione più ampia sul tema/contesto in discussione. Sta poi all'intelletto riconoscere come cambiare direzione di pensiero e riuscire ad ottenere quello che si vuole. Molte volte ci annulliamo di fronte ad un No, iniziamo a dubitare delle nostre qualità, dei nostri valori e per reazione entriamo in uno stato di protezione dove spesso ci si innervosisce, ci si chiude in se stessi limitando la condivisione e di conseguenza si entra in quel tunnel di pessimismo da cui facciamo tanta fatica ad uscirne. Con dinamiche molto simili accade anche in business, nella relazione con i clienti, nello sviluppo di un prodotto, nei rapporti con i colleghi, nei colloqui. Il mio consiglio è quello di abituarsi al No ed iniziare a guardarlo con intelligenza come un suggerimento. Dopotutto non è altro che un feedback.
In business un No equivale quasi ad un fallimento, a quel punto ti poni due domande:
1) Pensi che il cliente sia stupido e vai avanti senza cambiare niente?
2) Accetti il No, indifferentemente dal tipo di cliente, ed inizi a revisionare le ragioni del No e su come puoi cambiare strategia per vincere il cliente.
Chiaramente si va per il caso numero 2.
In business il fallimento deve portare ad un processo di aggiornamento, evoluzione. Nel linguaggio delle start-up questo cambiamento lo chiamiamo ‘pivot'.
Mentre nella vita di un individuo un fallimento deve portare ad un processo di ristrutturazione del pensiero. Non vi ricorda un po il metodo scientifico?
Fallire tante volte e velocemente, significa crescere e calibrare il modo di pensare in tempi brevi verso i vostri obiettivi.
Se consideriamo un No, anche piccolo, come un fallimento e se per ogni fallimento evolviamo il nostro pensiero, cambiamo strategia; allora molto probabilmente al fallimento vero e proprio non ci si arriverà facilmente.
E' pure vero che i giovani in Italia devono fare i conti con dei No a cui non si può rimediare. Pubblica amministrazione, educazione, sistema sociale. In quel caso non ho dei consigli particolari, se non quello di aprire la mente e iniziare a realizzare che nel mondo ci sono sempre alternative.
Ancora nel tuo sito, incontriamo il concetto di Mindshift, a te molto caro. Spiegaci meglio.
Parlo di mindshift per descrivere un processo di cambiamento del pensiero, condividendo il mio punto di vista dopo 5 anni di esperienza all'estero e dopo aver spinto la crescita di un'azienda fino a ricevere un investimento di circa 2,5 milioni di euro ed aver attraversato tutti i processi di due diligence che ne conseguono.
Dinamiche del genere hanno portato un carico di stress non indifferente ed hanno messo alla prova ogni parte del mio carattere, ed ovviamente in periodi del genere tutti i nodi vengono al pettine.
Alcune volte mi sentivo indistruttibile e riuscivo a confluire tutto il mio potenziale e fare la differenza, altre volte invece volevo potermi scavare una fossa e buttarmi dentro dopo aver smantellato e distrutto tutto quello che mi rendeva nervoso e pessimista.
Che ne dite? Vi suona familiare?
Sono state proprio queste inconsistenze ad aver iniziato un percorso di cambiamento. Non volevo più attraversare periodi negativi, volevo solamente concentrarmi sulle mie qualità e vivere una vita al massimo delle mie possibilità, creando consistenza ed ottimismo nel mio carattere e negli ambienti che mi circondano, migliorando quelle caratteristiche caratteriali che mi limitavano la crescita. Voglio poter dare il 100%, sempre! Un carattere in stile "Zona a traffico limitato" non porta da nessuna parte.
Con l'esperienza ho capito che la differenza non la fa il contesto che ti circonda; ma solamente il tuo pensiero. Ed è con il giusto pensiero che tutto cambia, compreso il contesto che ti circonda. Prendersela con il mondo, trovare sempre delle giustificazioni ai nostri comportamenti e procrastinare sono solamente delle dannose perdite di tempo.
Ho riassunto la mia esperienza in 4 punti:
Stop negative, start positive - ovvero chiudete qualsiasi sorgente di pessimismo e indirizzatevi solamente su quello che vi rende ottimisti e felici.
Wake up the dreamer's soul - Tornate a sognare, proprio come quando eravate bambini. La capacità di sognare e definire delle ambizioni è una caratteristica che genera evoluzione e continuità nel mondo che ci circonda.
Why, How, What - Non concentravi sul cosa fate, ma sul perché. Trovate il vostro perché e pianificate le vostre azioni di conseguenza.
People. The more you get to know about them, the more you will discover about yourself - Circondatevi di persone che possano arricchire la vostra conoscenza e abbiate la curiosità nel capire i loro problemi ed aiutarli nella risoluzione. Da soli non si va da nessuna parte.
Quali sono le caratteristiche che un giovane deve necessariamente avere per crescere professionalmente nel campo dell'informatica?
Credo che un informatico debba avere delle caratteristiche comuni a qualsiasi tipo di ingegnere; dovrebbe divertirsi nel creare, pensare, ingegnare, smontare e rimontare ed infine dovrebbe avere l'istinto incondizionato a misurare ed ottimizzare.
Penso debba avere una mente aperta al cambiamento continuo, ed una predisposizione alla condivisione.
Infine, credo proprio debba saper parlare l'inglese essendo la lingua di riferimento.
Ah dimenticavo, dovrebbe saper risolvere problemi e non crearli…
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Dopo una grande esperienza, durata quasi 5 anni, sto per lasciare CustomerGauge per supportare la crescita di una start-up in un settore totalmente diverso.
E' una start-up che opera nel settore dell'additive manufacturing, ovvero stampa 3D, a livelli industriali. Vogliamo aiutare le aziende ad usufruire a pieno di questa tecnologia per ridurre drasticamente gli scarti industriali nella produzione di parti. E se siamo bravi abbastanza magari un giorno potremmo anche pensare di trasferire il know-how sul mercato b2c.
Fra 10 anni potrete stampare una bicicletta dal vostro computer, arredare casa disegnando i vostri mobili al computer ed averli a casa il giorno dopo e tanto altro ancora. Spero possiate farlo anche grazie alle nostre tecnologie.
In verità non ho alcun segreto particolare. Ho semplicemente tanta passione per quel che faccio. L'informatica è un settore spettacolare e navigarci dentro trasmette una carica di adrenalina continua. Sviluppare un'idea, trasformala in una piattaforma che possa migliorare ed ottimizzare le nostre vite è un processo che mi diverte tantissimo. E' una ricerca continua verso l'innovazione e verso la risoluzione di problemi comuni. Del resto, la tecnologia nasce proprio per questo motivo.
Nel tuo sito personale alessionobile.it racconti il fallimento come una grande opportunità per crescere. I giovani di oggi si trovano spesso a dover affrontare dei "No". Quali consigli ti senti di dare loro?
Ci sono "No" e "No". Credo ci sia tanta differenza tra un No, inteso come limitazione; oppure un No inteso come critica ed invito a trovare soluzioni alternative. In Italia molte delle volte ci si trova davanti al primo caso. Quasi sempre per limiti di pensiero. E' una caratteristica molto comune nel modo di fare latino, quella di dire No in senso distruttivo/limitativo, specialmente di fronte a conversazioni o situazioni fuori dalla propria comfort-zone o aree di conoscenza. Tuttavia, credo bisogna perseverare; che sia un No distruttivo o costruttivo. Perseverare non significa necessariamente convincersi che quello che si voglia fare o dire sia sempre giusto, può e deve essere un invito ad effettuare ricerche ulteriori al fine di raggiungere una cognizione più ampia sul tema/contesto in discussione. Sta poi all'intelletto riconoscere come cambiare direzione di pensiero e riuscire ad ottenere quello che si vuole. Molte volte ci annulliamo di fronte ad un No, iniziamo a dubitare delle nostre qualità, dei nostri valori e per reazione entriamo in uno stato di protezione dove spesso ci si innervosisce, ci si chiude in se stessi limitando la condivisione e di conseguenza si entra in quel tunnel di pessimismo da cui facciamo tanta fatica ad uscirne. Con dinamiche molto simili accade anche in business, nella relazione con i clienti, nello sviluppo di un prodotto, nei rapporti con i colleghi, nei colloqui. Il mio consiglio è quello di abituarsi al No ed iniziare a guardarlo con intelligenza come un suggerimento. Dopotutto non è altro che un feedback.
In business un No equivale quasi ad un fallimento, a quel punto ti poni due domande:
1) Pensi che il cliente sia stupido e vai avanti senza cambiare niente?
2) Accetti il No, indifferentemente dal tipo di cliente, ed inizi a revisionare le ragioni del No e su come puoi cambiare strategia per vincere il cliente.
Chiaramente si va per il caso numero 2.
In business il fallimento deve portare ad un processo di aggiornamento, evoluzione. Nel linguaggio delle start-up questo cambiamento lo chiamiamo ‘pivot'.
Mentre nella vita di un individuo un fallimento deve portare ad un processo di ristrutturazione del pensiero. Non vi ricorda un po il metodo scientifico?
Fallire tante volte e velocemente, significa crescere e calibrare il modo di pensare in tempi brevi verso i vostri obiettivi.
Se consideriamo un No, anche piccolo, come un fallimento e se per ogni fallimento evolviamo il nostro pensiero, cambiamo strategia; allora molto probabilmente al fallimento vero e proprio non ci si arriverà facilmente.
E' pure vero che i giovani in Italia devono fare i conti con dei No a cui non si può rimediare. Pubblica amministrazione, educazione, sistema sociale. In quel caso non ho dei consigli particolari, se non quello di aprire la mente e iniziare a realizzare che nel mondo ci sono sempre alternative.
Ancora nel tuo sito, incontriamo il concetto di Mindshift, a te molto caro. Spiegaci meglio.
Parlo di mindshift per descrivere un processo di cambiamento del pensiero, condividendo il mio punto di vista dopo 5 anni di esperienza all'estero e dopo aver spinto la crescita di un'azienda fino a ricevere un investimento di circa 2,5 milioni di euro ed aver attraversato tutti i processi di due diligence che ne conseguono.
Dinamiche del genere hanno portato un carico di stress non indifferente ed hanno messo alla prova ogni parte del mio carattere, ed ovviamente in periodi del genere tutti i nodi vengono al pettine.
Alcune volte mi sentivo indistruttibile e riuscivo a confluire tutto il mio potenziale e fare la differenza, altre volte invece volevo potermi scavare una fossa e buttarmi dentro dopo aver smantellato e distrutto tutto quello che mi rendeva nervoso e pessimista.
Che ne dite? Vi suona familiare?
Sono state proprio queste inconsistenze ad aver iniziato un percorso di cambiamento. Non volevo più attraversare periodi negativi, volevo solamente concentrarmi sulle mie qualità e vivere una vita al massimo delle mie possibilità, creando consistenza ed ottimismo nel mio carattere e negli ambienti che mi circondano, migliorando quelle caratteristiche caratteriali che mi limitavano la crescita. Voglio poter dare il 100%, sempre! Un carattere in stile "Zona a traffico limitato" non porta da nessuna parte.
Con l'esperienza ho capito che la differenza non la fa il contesto che ti circonda; ma solamente il tuo pensiero. Ed è con il giusto pensiero che tutto cambia, compreso il contesto che ti circonda. Prendersela con il mondo, trovare sempre delle giustificazioni ai nostri comportamenti e procrastinare sono solamente delle dannose perdite di tempo.
Ho riassunto la mia esperienza in 4 punti:
Stop negative, start positive - ovvero chiudete qualsiasi sorgente di pessimismo e indirizzatevi solamente su quello che vi rende ottimisti e felici.
Wake up the dreamer's soul - Tornate a sognare, proprio come quando eravate bambini. La capacità di sognare e definire delle ambizioni è una caratteristica che genera evoluzione e continuità nel mondo che ci circonda.
Why, How, What - Non concentravi sul cosa fate, ma sul perché. Trovate il vostro perché e pianificate le vostre azioni di conseguenza.
People. The more you get to know about them, the more you will discover about yourself - Circondatevi di persone che possano arricchire la vostra conoscenza e abbiate la curiosità nel capire i loro problemi ed aiutarli nella risoluzione. Da soli non si va da nessuna parte.
Quali sono le caratteristiche che un giovane deve necessariamente avere per crescere professionalmente nel campo dell'informatica?
Credo che un informatico debba avere delle caratteristiche comuni a qualsiasi tipo di ingegnere; dovrebbe divertirsi nel creare, pensare, ingegnare, smontare e rimontare ed infine dovrebbe avere l'istinto incondizionato a misurare ed ottimizzare.
Penso debba avere una mente aperta al cambiamento continuo, ed una predisposizione alla condivisione.
Infine, credo proprio debba saper parlare l'inglese essendo la lingua di riferimento.
Ah dimenticavo, dovrebbe saper risolvere problemi e non crearli…
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Dopo una grande esperienza, durata quasi 5 anni, sto per lasciare CustomerGauge per supportare la crescita di una start-up in un settore totalmente diverso.
E' una start-up che opera nel settore dell'additive manufacturing, ovvero stampa 3D, a livelli industriali. Vogliamo aiutare le aziende ad usufruire a pieno di questa tecnologia per ridurre drasticamente gli scarti industriali nella produzione di parti. E se siamo bravi abbastanza magari un giorno potremmo anche pensare di trasferire il know-how sul mercato b2c.
Fra 10 anni potrete stampare una bicicletta dal vostro computer, arredare casa disegnando i vostri mobili al computer ed averli a casa il giorno dopo e tanto altro ancora. Spero possiate farlo anche grazie alle nostre tecnologie.