Quando pensiamo alla parola cultura sono moltissimi i settori lavorativi a cui facciamo riferimento: d'altro canto, in un paese come l'Italia, è impossibile non parlare di cultura, che sia gastronomia, architettura, arte, musica e linguistica.
Perché è proprio in Italia, o meglio a Firenze, che, nel 300, nasce la prima lingua romanza grazie alla divulgazione delle opere letterarie di Dante, Petrarca e Boccaccio. Parliamo senz'altro di una grande rivoluzione in periodo di grande prosperità culturale come il Rinascimento, un cambiamento drastico per le persone, abituate a parlare in latino volgare. Il fiorentino letterario era una lingua esclusiva, nobiliare e destinata a pochi. Solo con Manzoni e il suo "Promessi Sposi", l'italiano diventa lingua comune e ufficialmente riconosciuta dallo Stato, depurata da tutti i dialetti del momento. Con l'avvento dei nuovi Media di comunicazione, la televisione, la radio e il cinema passiamo alla vera e propria internalizzazione della cultura linguistica italiana. Per non parlare della nascita del web e la diffusione dei Social Media, che hanno avviato una nuova rivoluzione in ambito linguistico.
Viene da chiedersi allora come sia definibile oggi l'italiano standard, classificato al 21º posto tra le lingue per numero di parlanti nel mondo e, in Italia, è utilizzato da circa 57-58 milioni di abitanti su un totale di circa 60 milioni.
A questo interrogativo ha pensato di rispondere "Parole in cammino. Il Festival dell'italiano e delle lingue d'Italia" di Siena realizzato dall'Associazione La Parola che non muore e ideato e diretto da Massimo Arcangeli.
Promosso dall'Università per Stranieri di Siena, l'evento toscano è pensato come un viaggio, un itinerario sulla storia della lingua italiana analizzandone il passato, il presente e il futuro della storia linguistica e della cultura del nostro paese con il contributo delle influenze linguistiche, i dialetti, i linguaggi giovanili, i gerghi tecnologici e la comunicazione non verbale.
Un progetto sulla lingua italiana, il primo in Italia, che vedrà in Siena il punto di riferimento di storytelling dell'italiano.
Tre giorni di incontri e oltre cento ospiti tra accademici, letterati, intellettuali, scrittori, poeti, musicisti e giornalisti che si danno appuntamento: Alessandro Masi, Andrea Vianello, Anthony Mollica, Bianca Gismondi, Enrico Mentana, Francesco Giorgino, Massimo Cacciari.
Tre i laboratori collaterali che coinvolgono le scuole senesi ma anche le altre possibili toscane che abbiano intenzione sposare l'idea: un progetto di stesura di un testo italiano da cantare, la realizzazione di un progetto sulle parole in grado di cambiare il mondo e un contest per ideare parole da lanciare su Twitter.
Se vuoi conoscere tutte le possibilità che questo settore può offrirti visita l'offerta formativa di Educaweb.it.
Perché è proprio in Italia, o meglio a Firenze, che, nel 300, nasce la prima lingua romanza grazie alla divulgazione delle opere letterarie di Dante, Petrarca e Boccaccio. Parliamo senz'altro di una grande rivoluzione in periodo di grande prosperità culturale come il Rinascimento, un cambiamento drastico per le persone, abituate a parlare in latino volgare. Il fiorentino letterario era una lingua esclusiva, nobiliare e destinata a pochi. Solo con Manzoni e il suo "Promessi Sposi", l'italiano diventa lingua comune e ufficialmente riconosciuta dallo Stato, depurata da tutti i dialetti del momento. Con l'avvento dei nuovi Media di comunicazione, la televisione, la radio e il cinema passiamo alla vera e propria internalizzazione della cultura linguistica italiana. Per non parlare della nascita del web e la diffusione dei Social Media, che hanno avviato una nuova rivoluzione in ambito linguistico.
Viene da chiedersi allora come sia definibile oggi l'italiano standard, classificato al 21º posto tra le lingue per numero di parlanti nel mondo e, in Italia, è utilizzato da circa 57-58 milioni di abitanti su un totale di circa 60 milioni.
A questo interrogativo ha pensato di rispondere "Parole in cammino. Il Festival dell'italiano e delle lingue d'Italia" di Siena realizzato dall'Associazione La Parola che non muore e ideato e diretto da Massimo Arcangeli.
Promosso dall'Università per Stranieri di Siena, l'evento toscano è pensato come un viaggio, un itinerario sulla storia della lingua italiana analizzandone il passato, il presente e il futuro della storia linguistica e della cultura del nostro paese con il contributo delle influenze linguistiche, i dialetti, i linguaggi giovanili, i gerghi tecnologici e la comunicazione non verbale.
Un progetto sulla lingua italiana, il primo in Italia, che vedrà in Siena il punto di riferimento di storytelling dell'italiano.
Tre giorni di incontri e oltre cento ospiti tra accademici, letterati, intellettuali, scrittori, poeti, musicisti e giornalisti che si danno appuntamento: Alessandro Masi, Andrea Vianello, Anthony Mollica, Bianca Gismondi, Enrico Mentana, Francesco Giorgino, Massimo Cacciari.
Tre i laboratori collaterali che coinvolgono le scuole senesi ma anche le altre possibili toscane che abbiano intenzione sposare l'idea: un progetto di stesura di un testo italiano da cantare, la realizzazione di un progetto sulle parole in grado di cambiare il mondo e un contest per ideare parole da lanciare su Twitter.
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