Laurea in lingue: quali prospettive?

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Secondo un'indagine pubblicata da Almalaurea, lingue è in assoluto la facoltà preferita dalle donne. Ma quali lavori si possono fare dopo? Dalle ambasciate alle crociere, passando per l'europrogettazione, sono tanti gli ambienti in cui si richiedono profili multilingue.


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Redazione di Educaweb.it

Cosa vuol dire esattamente essere cittadini del mondo? Le distanze – non solo geografiche – che intercorrono tra le popolazioni che risiedono ai quattro angoli del pianeta possono davvero essere abbattute? Rispondere a queste domande non è facile. Le sfide poste dal mondo globalizzato hanno suscitato reazioni diverse: c'è chi ha scelto di chiudere le porte e chi, al contrario, ha deciso di scommettere sull'apertura. Costruire ponti tra culture e lingue diverse è una delle sfide professionali più avvincenti del prossimo futuro, a cui può concretamente pensare chi ha in mente di conseguire una laurea in Lingue. Che, come scopriremo, non apre solo alla possibilità di parlare fluentemente due o più lingue straniere, ma permette anche di ampliare le proprie vedute sul mondo, procurando le competenze che potrebbero aiutare a renderlo meno diviso e litigioso.

Cosa si studia all'Università?

Il percorso universitario prevede una conoscenza approfondita della lingua e della letteratura italiana, dalla quale non si potrà assolutamente prescindere. Le offerte didattiche variano da ateneo ad ateneo. Ci sono corsi di laurea di primo livello (che durano tre anni) e quelli magistrali (biennali) che profilano sbocchi formativi ed occupazionali diversi. Per questo, prima di procedere con l'iscrizione, è necessario reperire tutte le informazioni utili ad individuare il corso più rispondente alle proprie aspettative o aspirazioni. In linea di massima, è possibile specializzarsi nella conoscenza delle lingue, delle letterature e delle culture straniere o intraprendere la strada che conduce alla mediazione linguistica. O ancora, optare per un corso in scienze del turismo che implica la conoscenza di materie storiche, artistiche, archeologiche e geografiche. Iscriversi alla facoltà di Lingue non significa solo studiare l'inglese, il francese, il russo, l'arabo, il cinese, ma puntare su una formazione articolata, che contempla lo studio della filologia e della linguistica, della glottologia e della semiotica, della filosofia del linguaggio e della sociologia dei processi culturali e comunicativi. Ma anche dell'economia, del diritto, della geografia, della storia e dell'informatica.

Quali sono gli sbocchi professionali?

Il titolo in Lingue è spendibile in più ambiti. C'è chi trova lavoro all'interno di aziende private e chi in istituzioni pubbliche internazionali come i consolati e le ambasciate, chi si specializza nell'interpretariato e nelle traduzioni e chi finisce per organizzare eventi di portata mondiale. Le grandi aziende interessate all'import-export sono, sempre più interessate a reclutare risorse capaci di fornire loro assistenza linguistica; mentre l'ambito della cosiddetta "mediazione" offre un numero potenzialmente illimitato di opportunità professionali che possono portare a lavorare anche nel Terzo Settore, per occuparsi di questioni quanto mai delicate che possono riguardare la sanità, i diritti civili e sociali, la sicurezza e la prevenzione dei conflitti. E non si trascurino tutti gli sbocchi lavorativi propri del settore turistico: dall'organizzatore di itinerari turistico-culturali all'agente di viaggio; dalla guida e accompagnatore specializzato all'addetto alle informazioni turistiche impiegato nelle più diverse strutture e località. C'è poi chi riesce a "capitalizzare" la sua laurea in Lingue trovando impiego negli istituti di cultura italiana all'estero o dedicandosi al giornalismo e all'editoria. Per non parlare dell'insegnamento e della ricerca che possono spianare la strada a una promettente carriera internazionale.
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